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Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing?

Questa è la domanda che affligge ogni scrittore e ogni scrittrice, soprattutto di fronte alla prima pubblicazione.

Il pensiero comune è che pubblicare in self-publishing sia solo una scelta di ripiego per chi non è stato accettato da nessuna casa editrice. Nonostante i pregiudizi, però, da qualche tempo, pubblicare in self-publishing non è più una scelta di riserva, ma una decisione consapevole e ragionata.

Casa editrice o self-publishing?

Prima di affrontare i pro e i contro di queste due possibilità, voglio chiarire un aspetto molto importante.

Qualche giorno fa, una giovane aspirante scrittrice mi ha inviato questo messaggio:

Ciao […] ho scritto un libro. Dato che saprai forse più di me che l’editoria italiana è per la maggior parte a pagamento per chi è esordiente, sto pensando di pubblicarlo su Kindle” (ho copiato la frase così com’è stata scritta, quindi non fare caso alla forma).

Ora, intendiamoci, è vero, l’editoria a pagamento esiste, ed è anche vero che i grandi gruppi editoriali pubblicano raramente scrittori esordienti, ma è sbagliato scegliere il self-publishing “con la pancia” e non “con la testa”. Inoltre, errore altrettanto grave è pensare che il self-publishing sia una passeggiata gratuita.

Vediamo meglio nel dettaglio entrambe le opzioni.

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing? – Casa editrice: pro e contro

Casa editrice o self-publishing? Casa editrice – I pro

Comincio da qui, perché tutti conosciamo i pregi di questa scelta. Pubblicare con una casa editrice comporta una serie di vantaggi davvero interessante.

1. Nessun costo di pubblicazione: le case editrici vere non richiedono contributo all’autore. Sono loro, infatti, in quanto aziende, a doversi prendere il rischio d’impresa. Sconsiglio sempre di affidarsi a case editrici che richiedono contributo da parte dell’autore sotto forma di acquisto copie, tanto vale allora autopubblicarsi (spendendo spesso anche cifre più esigue).

2. Tutte le fasi di lavorazione del libro sono compito della ce: editing, correzione di bozze, impaginazione, grafica di copertina, distribuzione, registrazione diritti, richiesta ISBN, marketing e promozione. La casa editrice si occupa di tutto (o almeno dovrebbe).

3. Assetto legale e amministrativo più semplice: per pubblicare con una CE devi solo dichiarare il reddito, o meglio, le royalties che ricevi sulle copie vendute.

4. Autorevolezza: chi pubblica con una casa editrice, in Italia, gode di più autorevolezza e non deve affrontare mille pregiudizi. Questa convinzione è molto radicata nel nostro paese. Come sappiamo, all’estero non è così, anzi, molti autori e molte autrici hanno cominciato proprio dal self e hanno avuto un enorme successo.

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing? Casa editrice – I contro

Pubblicare con una casa editrice ha tanti vantaggi, ma anche degli svantaggi e delle note dolenti.

1. Non sempre hai il “controllo” sul tuo testo: quando un manoscritto viene accettato da una casa editrice, viene sottoposto a editing. In questa fase, a volte, gli interventi sono molto invasivi e gli autori si trovano a dover accettare scelte che non condividono. In qualche caso, i loro testi sono stati perfino stravolti (Spoiler: sì, sono storie vere!).

2. Royalties limitate: la percentuale destinata all’autore varia in genere dal 6% al 10%. Sì, ci sono grandi penne che arrivano al 12 o al 15% in qualche caso, ma si tratta di penne già sulla cresta dell’onda. Solo in un caso ho “visto “incontrato” una casa editrice molto piccola (e virtuosa) dichiarare che il 15% sul prezzo di copertina sarebbe stato destinato agli autori. In ogni caso, il 10% è la percentuale media, ma ho letto contratti in cui si proponeva all’autore perfino un misero 4%. Fai molta attenzione a chi propone queste percentuali.

3. Marketing e promozione non sempre garantiti: molte case editrici, in genere le più piccole, promettono una buona campagna promozionale, ma poi fanno ricadere l’incombenza sull’autore o l’autrice. Controlla sempre che questa clausola sia presente nel contratto, in caso contrario, chiedi chiarimenti e non ti preoccupare se risulterai pedante. Loro guadagneranno sul tuo lavoro, quindi è giusto che tu abbia sempre tutto ben chiaro in mente.

4. Editoria a pagamento: alcune case editrici chiedono somme all’autore per l’acquisto di copie. No, no e no! Non farti prendere dalla fretta e dall’entusiasmo. Non devi pagare nulla per pubblicare la tua opera. Cerca sempre un tagliandino che le case editrici non a pagamento condividono nei loro siti web. No Eap. Sei il fornitore del prodotto culturale che l’impresa dell’editoria sceglie di vendere, ergo, non sei tu che devi pagare qualcosa.

Non ti è chiaro? Ti faccio un esempio. Un’azienda agricola vende i propri prodotti a un produttore di marmellate e confetture. Il produttore dovrà pagare la merce consegnata o chiederà all’azienda agricola di pagare per lavorare e poi vendere i suoi prodotti? La seconda opzione ti sembra assurda? Ecco, nell’editoria funziona allo stesso modo. Lo scrittore è il fornitore del prodotto “grezzo”, la casa editrice lo lavora attraverso editing, correzione di bozze e altri tipi di interventi e corrisponde all’autore una quota sulle vendite (sempre quando non offre un anticipo a quest’ultimo).

5. Piccole case editrici senza contratto: so che è un punto quasi superfluo ma devi sempre chiedere contratto scritto e regolare. Ahimè, esistono anche realtà molto discutibili che pubblicano il libri senza contratto e poi non pagano le royalties facendo leva proprio su questo aspetto. Non sanno, però, che anche un accordo verbale o uno scambio di email vale come regolare contratto. Per ulteriori info vi rimando al sito di un legale molto preparato Tutela Scrittori. Non voglio terrorizzarti, voglio solo metterti in guardia.

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing? – Self-publishing: pro e contro
Casa editrice o self-publishing? Self-publishing – I pro

La scelta dell’autopubblicazione è una scelta faticosa e coraggiosissima, che comporta oneri e onori completamente differenti da una pubblicazione con una casa editrice.

1. Hai il pieno controllo del tuo testo: tutte le fasi sono supervisionate da te, la tua è davvero l’ultima parola.

2. Qualità: questo aspetto, in realtà, dipende da te e non è per nulla scontato. Sei tu a scegliere la qualità e chi decide per l’autopubblicazione, se lo fa con serietà, pretende praticamente la perfezione. Ho letto romanzi di self-publisher impeccabili e romanzi di case editrici poco curati di qualità davvero mediocre. Sta a te scegliere che tipo di scrittore vuoi essere e che tipo di prodotto culturale vuoi “vendere”.

3. Royalties consistenti: chi sceglie il self-publishing può vivere di scrittura? In qualche caso sì, ma bisogna faticare molto. Le royalties, infatti, variano da un minimo del 20% (pubblicazione con piattaforme particolari) al 60-70% per l’ebook. Una bella soddisfazione, no? C’è da dire, però, che (cosa menzionata fra i contro), al ricavato dovrai togliere gli investimenti già fatti (editing, correzione di bozze, marketing e promozione, grafica, ecc.).

4. I diritti sono tuoi: i diritti del tuo libro sono tuoi, non vengono ceduti a nessuno. Puoi fare del tuo romanzo quel che vuoi, naturalmente prendendoti tutte le responsabilità del caso.

5. Puoi ritirare dal mercato il tuo libro quando vuoi, modificarlo quando vuoi, ripubblicarlo quando vuoi: come ho appena precisato nel punto 4, essendo i diritti di tua proprietà, puoi gestire il tuo libro come preferisci.

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing? Self-publishing – I contro

1. Costi di investimento non indifferenti: chi crede che il self-publishing sia economico non ha mai preso sul serio questa scelta. Valutazione, editing, correzione di bozze, impaginazione e grafica di copertina, piattaforme di distribuzione, marketing. Tutti i costi sono a carico dell’autore o dell’autrice. Certo, c’è chi spende solo per impaginazione e grafica, perché crede di essere il nuovo Bukowski o la nuova Jane Austen, ma la qualità di un prodotto non sottoposto a valutazione, editing e correzione di bozze non è assicurata.

2. Pregiudizi: lo scoglio più grande da superare. “Ah, certo che sei scrittore/scrittrice, ti sei pubblicato da solo!” “Hai pagato per pubblicare, se sganci i soldi puoi fare tutto” “Ti sei autopubblicato perché non ti voleva nessuna casa editrice” “Non mi fido di chi si autopubblica, vuol dire che il libro non è di qualità”. Devo aggiungere altro? Lo scoglio è duro, ma lo stiamo piano piano abbattendo con l’informazione adeguata.

3. I diritti sono tuoi, i rischi sono tuoi: Se nel tuo romanzo sono presenti contenuti illegali e offensivi, se hai diffamato o calunniato qualcuno, sei completamente solo. Non che le case editrici siano poi così disposte a difenderti in certi casi, specialmente le piccole, ma passano al setaccio il tuo libro e scovano ogni appiglio legale e lo annientano. In certi casi, per tutelarti, hai bisogno di un legale che legga il tuo manoscritto e di un editor che ti aiuti a “correggere” questi passi falsi.

4. Posizione fiscale e amministrativa da regolare: Se hai scritto un solo libro, se ti appoggi a qualche piattaforma di self-publishing (per es. YouCanPrint), puoi anche cavartela con la dichiarazione dei redditi, ma se intendi fare lo scrittore o la scrittrice di mestiere, se la tua attività ha carattere di vero e proprio lavoro autonomo, con caratteristiche di abitualità, continuità e professionalità e vendi il tuo libro direttamente (per es. dal sito web), devi aprire una partita iva come libero professionista (forfettario con gestione separata). Esiste, infatti, un codice ATECO (codice che identifica la tua attività professionale) a cui corrispondono obblighi fiscali.

5. Il deposito legale è obbligatorio e devi occupartene tu o pagare chi lo faccia per te (legali o piattaforme dedicate)

Casa editrice o self-publishing?

Casa editrice o self-publishing? Attenzione al Book Marketing!

Come avrai notato dai punti che ti ho elencato nell’articolo, il book marketing è una nota dolente per quasi la totalità degli autori e delle autrici. Anche chi pubblica con una casa editrice deve spesso arrangiarsi da solo. Il libro viene pubblicato, ma non c’è promozione, quindi, poche vendite.

Casa editrice o self-publishing?

Non hai idea di quante lamentele abbia ricevuto da autori e autrici che avevano già pubblicato e si erano ritrovati completamente da soli. L’ultima mi è arrivata proprio qualche giorno fa, nel profilo Instagram.

Mi si chiedeva di valutare un testo già pubblicato. Troppo tardi per una valutazione, l’autore avrebbe speso soldi inutili. Spesso è anche inutile fossilizzarsi sulla qualità. Ci sono romanzi di altissima qualità, ma con scarsissime vendite.

Perché?

Molte piccole case editrici, e spesso anche quelle medie, non hanno la forza per sostenere campagne di marketing ad hoc, né hanno strategie aziendali per promuovere i propri prodotti culturali. Altre, abbandonano completamente l’autore a se stesso, dopo aver promesso mari e monti.

Casa editrice o self-publishing?

L’epoca che stiamo vivendo si sostiene sul marketing, avere una strategia è d’obbligo. Se nel contratto che hai firmato con la tua casa editrice non ci sono indicazioni riguardo alla promozione e al marketing del tuo romanzo, allora dovrai cavartela da solo.

Lo so, starai invocando perfino Dante Alighieri, ma è così: oggi uno scrittore deve anche saper masticare anche i linguaggi del mercato e del web.

Bisogna mostrarsi al proprio pubblico, comunicare con i lettori attraverso i social, scovando prima quelli giusti (sia lettori che canali social).

Molti autori si affidano ad agenzie di marketing e comunicazione, altri a dei consulenti. Se sei al tuo primo romanzo e non hai molte risorse finanziare, ti consiglio di imparare tutto il possibile e di frequentare qualche corso. Ce ne sono moltissimi online. Certo, questo non ti eviterà di commettere degli errori, ma ti darà gli strumenti adatti a fare i primi passi.

Casa editrice o self-publishing?

Io, prima di essere una editor, una correttrice di bozze, una lettrice editoriale e tanto altro, sono una marketer, esperta nell’uso degli strumenti digitali. Se hai bisogno di un supporto per progettare una strategia di marketing, capire attraverso quali strumenti comunicare col tuo pubblico e il tono giusto per farlo, posso esserti di aiuto. Dai un’occhiata a questa pagina e scopri il servizio di digital coaching.

Casa editrice o self-publishing?

Come dico sempre (cosa che ti confermerà anche qualche neofita che si è approcciato prima di te al mio coaching digitale online), non mi interessa creare percorsi di mesi e mesi per guadagnare su di te, ma cerco prima di capire di cosa tu abbia davvero bisogno per costruire un mini-percorso personalizzato. Potresti aver bisogno di un’ora di coaching mirato o di tre/quattro incontri base. Non importa. L’importante è che tu riesca ad orientarti nel panorama digitale ed eviti gli errori più grossolani.

Trovi tutto in queste due pagine: Book Marketing e incontri singoli mirati (scorri la lista fino in fondo e troverai quel che ti interessa).

Casa editrice o self-publishing? – Conclusioni

Sei ancora più confuso di prima, vero? Non ti preoccupare, hai tutto il tempo per ragionare su questa scelta.

Casa editrice o self-publishing?

Pubblicare un libro è un processo molto lungo e faticoso. Lo stress emotivo non è da sottovalutare, soprattutto se pensiamo a tutto il “legalese” che dovremo masticare tra contratti, accordi, ecc.

Ti ricordo che questa guida ha l’intenzione di offrirti un panorama più chiaro e accurato, ma non è esaustiva. Se hai un’esperienza da raccontare, puoi scrivermi a carol@imestieridelleparole.it e integrare le indicazioni che ho appena inserito, anche in forma anonima.

Casa editrice o self-publishing?

Carol Editor e Coach

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