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Sintassi e punteggiatura: 2 strumenti a tuo vantaggio

Di recente abbiamo parlato di grammatica e della sua importanza per diventare scrittori e scrittrici (trovi l’articolo qui), oggi faremo un ulteriore passo avanti e parleremo di sintassi e punteggiatura.

Per ascoltare l’articolo completo, clicca play.

Sintassi e punteggiatura, le basi della scrittura

Dopo i principali errori di grammatica, le sviste più comuni nei manoscritti che ricevo riguardano proprio sintassi e punteggiatura.

Come si costruisce la frase? Cosa serve per farsi capire?

Non sto ancora parlando di stile, approfondiremo questo concetto nell’articolo della prossima settimana, sto parlando di coerenza linguistica.

Una frase, di base, deve avere sempre un verbo. Ti ricorda qualcosa? Non lo diceva forse la tua maestra (o il tuo maestro) delle elementari?

Non preoccuparti, non mi inoltrerò nell’analisi logica di frasi semplici e via via più complesse per elencarti i vari complementi che si aggiungono, mi limiterò a darti qualche indicazione per costruire frasi corrette.

Sintassi e punteggiatura: gli errori più comuni

Sintassi e punteggiatura: Il soggetto deve essere chiaro

Spesso, chi scrive frasi molto lunghe si perde il soggetto da qualche parte. A volte lo si dà perfino per scontato e lo si omette del tutto. Il rischio è quello di confondere il pubblico, che non riesce a capire chi sta parlando o chi si muove nello spazio.

Sintassi e punteggiatura: Concordanza soggetto e predicato

Un errore molto comune che si presenta soprattutto con i nomi collettivi, tipo “la gente dicono”. La gente, pur indicando un gruppo di persone, è singolare e il verbo di riferimento va coniugato alla terza persona singolare.

Opinabile è “la maggior parte di”, perché dipende molto dalla frase. Ecco alcuni esempi:

“La maggior parte di voi è d’accordo con me” (singolare)

“La maggior parte delle persone che decidono di scrivere…” (plurale)

Nella seconda frase, grazie al “che”, “persone” diventa soggetto della proposizione relativa, quindi è necessario il plurale. Potete verificare queste indicazioni anche qui.

Sintassi e punteggiatura: Virgola tra soggetto e verbo

In assoluto l’errore più comune, soprattutto quando ci sono periodi molto articolati. Chi utilizza molte frasi cosidette incidentali, quelle tra due virgole come questa qui per esempio, rischia di cercare respiro nel punto sbagliato.

Come risolvere? Prova a rileggere ad alta volce l’intero periodo togliendo la frase incidentale e verifica la sua logica. Se funziona, hai messo la virgola nel posto giusto.

Sintassi e punteggiatura: principi di punteggiatura

Sintassi e punteggiatura: La virgola

Dove va la virgola? Ci sono delle regole da rispettare o può dipendere dallo stile?

Una piccola premessa: da dove viene la punteggiatura? La linguista e accademica italiana Bice Mortara Garavelli nel suo Prontuario di punteggiatura spiega chiaramente che i segni di interpunzione servono a dare respiro alla lettura silenziosa. Ad alta voce le pause sono quasi naturali, ma in silenzio? Come si fa? Ecco che viene in aiuto la punteggiatura.

E ora veniamo alle domande iniziali: dove va la virgola? Ci sono delle regole da rispettare o può dipendere dallo stile?

La risposta è più articolata di quanto pensi. Ci sono regole base che vanno rispettate da tutti e scelte stilistiche diverse e opinabili.

I casi in cui la virgola è necessaria sono:

– periodo ipotetico: “Se Marco avesse portato con sé il telefono, avrebbe potuto avvisare del ritardo”;

– proposizioni avversative (quelle con il “ma”, per capirci): “Avrei voluto chiamare, ma non avevo il telefono con me”;

– proposizioni incidentali di cui abbiamo già parlato sopra;

– proposizioni relative quando il soggetto non è nella frase precedente.

Ci sono eccezioni anche a queste regole? Certamente. In genere, quando il periodo ipotetico o la frase avversativa sono molto brevi, la virgola può essere omessa.

Per toglierti ogni dubbio, ti consiglio di leggere interamente il Prontuario di Punteggiatura o, in alternativa, un buon manuale scolastico di grammatica e sintassi.

Riguardo a tutti gli altri casi, ti ricordo che il dilemma della virgola ha sempre afflitto tutti gli scrittori e le scrittrici: «Sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l’ho tolta», Oscar Wilde.

Anche qui, c’è una soluzione che ti aiuterà a scegliere: leggi ad alta voce.

Sintassi e punteggiatura: Periodi troppo lunghi e la necessità di un punto

Ci sono scrittori e scrittrici che hanno uno stile molto articolato, spesso perfino arzigogolato. A loro va tutta la mia comprensione. Sono gli scrittori e le scrittrici più in crisi della storia della narrativa. Sono quelli che devono confrontarsi con la virgola, il punto e virgola, i due punti più degli altri. Sono quelli che non danno mai respiro con il punto.

Eppure, come molti e molte di voi avranno notato nelle mie schede di valutazione, il punto è spesso necessario, sia per dare respiro al periodo, sia per migliorare l’incisività della frase.

Il punto non serve solo a fermare un concetto e passare a un altro, ma, come gli altri segni, contribuisce anche ad accelerare o rallentare il ritmo, alzare o abbassare la tensione narrativa. Mi raccomando, non demonizzarlo!

Sintassi e punteggiatura: Punto e virgola e due punti

Ecco che ci inoltriamo nel complesso. Il punto e virgola è il segno meno utilizzato della narrativa. Non ho ancora ben capito perché, ma sembra sia considerato più adatto a manualistica e saggistica. Questo sì che è un vero errore!

Il punto e virgola è utilissimo anche in narrativa. Lo si può utilizzare nel collegamento di due frasi (non troppo lunghe), che sarebbero troppo “distanti” se fossero divise da un punto, oppure in contrapposizioni in cui il “ma” avversativo non basta.

E i due punti?

Credete si utilizzino solo per gli elenchi? Mi spiace, no. I due punti sono speciali anche nell’introdurre una spiegazione o una definizione.

Sintassi e punteggiatura – Considerazioni finali

Lo so, questo articolo ti sarà sembrato un po’ fumoso, ma non è semplice spiegare degli argomenti così vasti in poche righe. Quello che posso dirti ora è che, anche in questo caso, il supporto arriva dalla lettura.

Leggere ci aiuta a scoprire dove la virgola è sempre necessaria e dove può essere una scelta, ci permette di comprendere come le frasi possono essere mescolate senza privare lo stile di una buona sintassi e capire quando questi elementi possono tornare utili a migliorare il ritmo della narrazione.

Bene! Stiamo piano piano arrivando al mio argomento preferito: la differenza tra linguaggio e stile.

Ti aspetto la prossima settimana per scoprire dove arriva la lingua italiana e dove inizia l’unicità della tua penna.

Per altri consigli e un confronto diretto, puoi seguirmi su Instagram o scrivere a carol@imestieridelleparole.it.

E intanto,

Buona scrittura!

Carol Editor e Coach

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