Questo è il primo articolo del 2025, un anno che, sono sicura, sarà pieno di parole, pagine, libri, storie e riflessioni.
Volevo proporre alcune mie letture, ma poi negli ultimi giorni ho visto un post in cui un sedicente editor diceva che tutti i testi sono editabili, perché tutti i testi sono migliorabili. Questa affermazione non mi ha convinto fin da subito, non tanto per la seconda parte (“tutti i testi sono migliorabili”), che può anche essere vero, quanto perché non sono molto d’accordo sulla prima affermazione.
No, a mio parere, non tutti i testi sono editabili, e in questo articolo voglio spiegarti perché. E magari posso approfittarne per parlarti degli aspetti su cui lavorare prima di richiedere un editing.
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Cosa non è l’editing
Prima di tutto, voglio spiegare cos’è e cosa non è l’editing.
Cos’è: un supporto, un confronto, un percorso di crescita, la strada migliore per valorizzare il tuo lavoro.
Cosa non è: giudizio, imposizione, riscrittura da parte dell’editor.
Ci tengo molto a chiarire questi aspetti, perché fin dai primi lavori mi sono trovata di fronte autori e autrici spaventati dal mio eventuale giudizio o pronti a darmi battaglia al primo suggerimento.
C’è chi difende a spada tratta le proprie scelte (e va benissimo, ma non avrebbe senso pagare un editor per cassare qualsiasi cosa dica) e chi, invece, lascia carta bianca, esagerando nel senso opposto, per la serie “fai tu, mi fido”.
Ecco, l’editing non è soltanto un lavoro sul testo. Infatti, a volte capita che il manoscritto sia pronto per l’editing, ma l’autore/autrice no. Perché?
Essere pronti ad affrontare un lavoro di editing vuol dire mettersi molto in discussione, accettare di essere fallibili, o quantomeno imperfetti. Vuol dire accogliere il confronto e la possibilità di crescita, fidarsi di chi può guidarti verso la strada della consapevolezza nella scrittura e, nella maggior parte dei casi, verso una pubblicazione.
Pertanto, voglio prima di tutto soffermarmi su questa domanda: tu, autore/autrice, sei pronto/a ad affrontare questo tipo di lavoro su te stesso/a?
Se la risposta è sì, allora possiamo passare anche agli aspetti tecnici della questione.
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Chi lo decide?
Chiarisco subito la questione con la risposta: l’editor!
No, non decidi tu, autore o autrice, se il testo è pronto per questo tipo di intervento. La decisione spetta al professionista.
Tuttavia, è vero che l’editor non è infallibile e che ogni editor che contatterai potrà darti un parere diverso. Ci sarà chi sarà entusiasta del tuo lavoro, chi ci crederà con delle riserve, chi rifiuterà il testo e la collaborazione.
In questo ultimo caso, ci sono alcuni punti da chiarire:
- un editor può rifiutare un testo di valore perché si rende conto fin da subito che sarà un lavoro molto faticoso. No, l’editor non ama la vita facile, al contrario, ma sa perfettamente che in alcuni casi il prezzo, che a molti autori e autrici sembra alto, è assolutamente inadeguato alle energie e alle risorse richieste (includi anche ore di studio mirato per essere all’altezza di alcune questioni, soprattutto linguistiche).
- un editor può rifiutare un lavoro perché il testo è di valore, ma l’autore/autrice è ostile e maldisposto verso una collaborazione.
- un editor può rifiutare un lavoro di editing su un manoscritto perché il genere (o la tematica) non è nelle sue corde. Ci sono editor specializzati in uno o due generi, editor che ne escludono solo alcuni (quando ho iniziato, ho rifiutato romanzi di fantascienza perché non mi sentivo abbastanza pronta e ho preferito approfondire prima di accettarne), editor che si occupano di ogni tipo di storia o saggio, ma che prediligono alcune specifiche tipologie.
- un editor può rifiutare un manoscritto perché ha pochissime possibilità di pubblicazione. Spesso, testi eccellenti rischiano di essere proposti al mondo editoriale nel momento sbagliato (troppo presto o troppo tardi).
- un editor può rifiutare un lavoro perché lontano dalle sue posizioni etiche. Per esempio, se in un manoscritto il messaggio principale è la discriminazione o l’amore tossico (cosa che va ancora di moda nei romance), io non sono la persona adatta ad aiutare quell’autore o quell’autrice.
- Infine, un editor può rifiutare un lavoro di editing su un manoscritto perché tecnicamente non lo ritiene pronto per quel tipo di intervento, ma qui si può sempre fare qualcosa.
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Se la risposta è no, come può aiutarti l’editor?
Prima di tutto, per capire se il tuo manoscritto è pronto per l’editing, ti conviene passare da qualche step intermedio.
Puoi chiedere a qualche beta reader specializzato/a nel genere di cui scrivi, per esempio. Di certo questo tipo di supporto potrà aiutarti a capire se la tua storia è adatta a quel pubblico e se quel target può essere interessato ai tuoi personaggi, alle loro emozioni, alla tematica che tratti.
In seconda battuta, puoi comunque affidarti all’editor, chiedendo una valutazione tecnica, uno strumento che, se ben strutturato, può essere potentissimo per la fase di revisione in autonomia.
Inoltre, la scheda di valutazione ha un costo molto più accessibile dell’editing e ti permette di avere una visione d’insieme del tuo lavoro.
Nella scheda, infatti, puoi trovare riferimenti alla tematica, alla voce narrante e al punto di vista, alla trama, ai personaggi, alla struttura del manoscritto (intreccio e ordine dei capitoli), al ritmo e alla tensione narrativa, e infine alla forma (registro lessicale, sintassi, ecc).
Attenzione, però, a non farti liquidare con due o tre paginette fumose, cosa che ho vissuto in prima persona anni fa con un mio manoscritto. Pagando una nota scuola di scrittura per la valutazione del mio testo, mi sono ritrovata davvero con tre pagine di relazione molto confusa, oltre che poco tecnica, seppur l’esito fosse comunque molto positivo.
E qui mi permetto di precisare alcune cose sulla scheda di valutazione:
- non è il parere personale dell’editor. L’editor non può dire “mi piace”, “non mi piace”, non è professionale e non è questo che gli/le viene richiesto.
- non è un rapporto morale sui messaggi o sui personaggi. Per capirci, io mi sono dovuta sorbire una filippica sulla tematica che non era di gradimento dell’editor, ma non c’era alcuna indicazione sulle possibilità del testo nel mercato, né tantomeno una motivazione logica per cui il tema fosse affrontato in modo tecnicamente sbagliato. E ora mi dirai “ma poco fa hai detto che l’editor può rifiutare un lavoro che non è nelle sue corde”. Verissimo, ma le motivazioni etiche hanno sempre delle basi nozionistiche e culturali che vanno spiegate con riferimenti precisi e il più possibile super partes.
- è una lettura INTEGRALE e ATTENTA del manoscritto. In quella famosa scheda, per esempio, l’editor ha perfino sbagliato l’antagonista. E no, non ha solo sbagliato il nome, ha proprio sbagliato persona, chiaro segno che aveva letto il testo con molta superficialità, a differenza di altri colleghi e colleghe che invece avevano capito perfettamente chi fosse la vera ombra della storia.
- la scheda di valutazione offre strumenti e spunti di riflessione, dai consigli di lettura a una breve bibliografia di manuali, dai suggerimenti sulle strade che potrebbero essere intraprese per risolvere un’incongruenza agli esempi di miglioramento sintattico.
In sunto, ci sono schede che possono essere lunghe perfino più di 20 pagine. Perché la valutazione tecnica non è una lettura superficiale del manoscritto con “recensione” a seguito, ma una riflessione attenta su tutte le possibilità, potenzialità e lacune del testo.
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Cosa rende un manoscritto pronto per l’editing?
La domanda che mi viene rivolta più spesso quando rifiuto un lavoro perché ritengo il manoscritto ancora troppo acerbo per un editing è: “a cosa serve l’editing se non a risolvere le problematiche del manoscritto?”; insomma, se l’editing serve proprio a migliorare il testo, perché si richiede all’autore/autrice di lavorarci un altro po’?
La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo.
Di solito, quando il manoscritto ha più lacune che potenzialità, l’editor sa che il lavoro sarebbe immane e si chiede “quanto dovrei far pagare una fatica simile?”.
Quali sono gli elementi secondo cui un testo è troppo acerbo e richiederebbe un lavoro tanto abnorme? Ecco, se il testo ha problematiche a livello di contenuti, struttura e stile (o, molto peggio, linguaggio e grammatica), l’editor sa che non varrebbe la pena metterci mano.
Se la storia è trita e ritrita e non offre alcun valore aggiunto al mercato, al target di riferimento, a che pro far spendere soldi all’autore/autrice?
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Quando l’editor dice sì
Devo ammettere che mi ritengo un’editor molto fortunata, perché i testi che ricevo hanno nella maggior parte dei casi delle grandi potenzialità. A volte sono storie bellissime scritte benissimo, ma con qualche difficoltà nel ritmo e nella tensione, a volte bisogna risolvere soltanto qualche incongruenza e aggiustare il fraseggio. Infine, a volte, mi trovo a lavorare su tutti e tre i livelli del testo (contenuti, struttura, forma), ma mi rendo conto che le problematiche sono solo del testo singolo e non di chi lo ha scritto.
Quest’ultimo caso, molto comune, è anche quello che preferisco, perché mi diverto molto a far giocare l’autore/autrice con il manoscritto. Un paio di anni fa, con un’autrice che ancora seguo, abbiamo rivoltato il testo come un calzino, spostando capitoli da una parte all’altra e lavorando anche sulla caratterizzazione di un personaggio secondario che però si è rivelato cruciale per la riuscita della storia. Abbiamo passato ore e ore in call a riflettere, confrontarci, proporre soluzioni e discutere su quale fosse la più adatta a risolvere il problema. Il risultato è stato strepitoso!
Cosa mi ha convinto a dire sì in questo specifico caso? Prima di tutto la voglia dell’autrice di mettersi in gioco, divertirsi davvero con la storia, i personaggi e le parole. In secondo luogo, la nostra intesa perfetta, non credo di aver riso, pianto, esultato così tanto nella mia vita professionale. In ultimo, la consapevolezza in narrativa e scrittura di questa autrice era già a un livello davvero notevole e questo mi permetteva di aiutarla con tutti gli strumenti che avevo e nel massimo delle loro potenzialità.
Il tuo manoscritto è pronto per l’editing? – Conclusioni
Quindi, cosa verificare in fase di rilettura e revisione per capire se il tuo manoscritto è pronto per l’editing?
Per rispondere a questa domanda, senza trattenerti oltre, ti consiglio di leggere un mio post su Instagram: 5 elementi da controllare in fase di revisione.
Se vuoi capire meglio come affrontare questa fase in autonomia, puoi richiedere una consulenza individuale in videocall di 1 ora con me. Si tratta di una soluzione decisamente più economica dell’editing e perfino della valutazione tecnica, ma che ti permetterà in ogni caso di procedere con lucidità in un processo tanto delicato.
Ti ricordo che, per questo tipo di servizio, non c’è bisogno di prenotazione anticipata, perché posso inserirti in agenda in un paio di settimane.
Mi trovi sempre via email all’indirizzo carol@imestieridelleparole.it e su Instagram
Ti mando un abbraccio fortissimo e ti auguro uno splendido 2025, pieno di lettura e scrittura.
A presto,
Carol Editor & Coach